Senza validazione scientifica e senza finanziamenti per sperimentazioni indipendenti, AcquaBase rischia di restare confinata a un circolo di utilizzatori convinti, basato su esperienze personali e testimonianze, ma invisibile al mondo accademico e istituzionale.
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Per trasformare un’idea promettente in riconoscimento scientifico e agricolo, servono alcuni passi concreti:
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Progettare sperimentazioni controllate
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Collaborare con università agrarie, enti di ricerca (es. CREA, CNR, Università di Torino o Milano).
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Fare prove in campo comparando colture trattate con/ senza AcquaBase, monitorando parametri agronomici (vigoria, produzione, resistenza a patogeni).
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Pubblicare i dati in riviste peer-review.
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Certificazioni e validazioni ufficiali
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Registrare AcquaBase come corroborante o coadiuvante ai sensi della normativa italiana ed europea.
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Ottenere certificazioni da laboratori indipendenti su effetti documentabili (per esempio riduzione dell’uso di rame o di altri fitofarmaci).
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Sfruttare i bandi e fondi per la transizione ecologica
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In Europa esistono fondi Horizon Europe, PSR regionali, LIFE, dedicati a riduzione fitofarmaci e innovazione sostenibile.
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Un progetto pilota con aziende agricole biologiche o integrate potrebbe attrarre finanziamenti pubblici e privati.
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Costruire una rete di early adopters + scienza
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Le testimonianze sono utili come “spinta iniziale”, ma diventano davvero preziose solo se raccolte in maniera sistematica e confrontate con dati oggettivi.
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Una rete di aziende agricole sperimentatrici, coordinata da un ente scientifico, potrebbe produrre le prime evidenze solide.
🔑 Senza questo salto, AcquaBase resterà una “buona pratica raccontata”, ma non una soluzione riconosciuta.
Con investimenti mirati e studi pubblici, invece, potrebbe trovare spazio nella transizione che l’UE sta già imponendo: riduzione del 50% dei fitofarmaci entro il 2030 (Farm to Fork).
In sintesi: AcquaBase di Torino della ditta CercoSano (Carmine Zannella) si propone come un supporto alternativo – non un fitofarmaco – per ridurre significativamente l’uso di pesticidi, rame, zolfo e altri trattamenti convenzionali.
Cosa afferma CercoSano su AcquaBase
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AcquaBase è l’acqua potabile di Torino, trattata con un “Metodo CercoSano” (decantazione in laboratorio) e definita “totalemente naturale”, utilizzabile per potenziare preparati agricoli senza inquinare foglie, piante o suolo cercosano.itcercosano.blogspot.com+1.
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Secondo CercoSano, l’impiego consente di ridurre l’uso di fitofarmaci, rame e zolfo fino al 90%, mantenendo i trattamenti nelle normali tempistiche cercosano.it.
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Si tratta di una “sana sinergia”: 5 L di AcquaBase in 200 L di atomizzatore possono “potenziare i preparati” esistenti cercosano.it.
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Un esempio applicativo è l’uso dell’CPCS (Corroborante Propolis CercoSano), un mix di AcquaBase e propoli da nebulizzare ogni 10-15 giorni, con un protocollo descritto da un’azienda orticola piemontese (“Tutto Zucche”) cercosano.blogspot.com.
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Altre testimonianze (ad esempio di Vivai Veimaro o l’Azienda “Tutto Zucche”) riferiscono piante più resistenti agli attacchi di parassiti o funghi, foglie più robuste e migliore reattività, come nel caso della peronospora cercosano.itcercosano.blogspot.com+1.
Ruolo scientifico (o presunto scientifico)
Cosa emerge:
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Il sito aziendale presenta affermazioni suggestive di “potenziamento” dei prodotti mediante decantazione, ma non è disponibile alcuna pubblicazione scientifica, studio controllato, sperimentazione peer-reviewed che ne convalidi i benefici.
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Le affermazioni sono basate su osservazioni personali, esperienze aziendali o casi dimostrativi, senza prove sperimentali rigorose o dati statistici pubblicati.
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Non si menzionano trattati in ambito accademico, collaborazioni universitarie, test di laboratorio indipendenti o valutazioni ufficiali.
Come può inserirsi nella transizione verso pratiche agricole più sostenibili?
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AcquaBase viene promossa come additivo veicolante in grado di valorizzare sostanze alternative (per esempio il CPCS), con l'obiettivo dichiarato di limitare fortemente l’uso di fitofarmaci o integrativi tradizionali.
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In un contesto di agricoltura integrata o biologica, promuovere soluzioni che aiutino le piante a reagire meglio agli stress può essere utile, sempre che sia accompagnato da valutazioni obiettive.
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L’uso di corroboranti naturali, come la propoli, è ammesso nei regolamenti dell’agricoltura biologica (ad esempio Regolamenti CE 834/2007 e 889/2008) e in Italia è incluso negli elenchi dei corroboranti ammessi (come il DM 18354/2009) cercosano.it.
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Nonostante la mancanza di evidenza scientifica robusta, l’approccio corrisponde alla tendenza di integrare materiali naturali e di ridurre dipendenza da sostanze sintetiche, in linea con le normative e le iniziative regionali (es. uso sostenibile dei fitofarmaci in Piemonte) Regione Piemonte.
Conclusione
AcquaBase di CercoSano può avere un ruolo nell’ambito di agricoltura sostenibile come supporto veicolante naturale per corroboranti (tipo propoli), e per ridurre l’impiego di fitofarmaci. Tuttavia:
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Le sue proprietà non sono validate da studi scientifici pubblicati o valutazioni indipendenti.
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Il suo ruolo resta soprattutto empirico, basato su testimonianze e osservazioni personali.
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Se si vuole considerare un ruolo scientifico concreto, servono sperimentazioni controllate, dati quantitativi, comparazioni con protocolli standard e pubblicazioni peer-review.
Attualmente ho un nipote e un'altro/a sta arrivando. Chissà se tra 20anni si potrà sviluppare questo mio progetto iniziato nel 1997
È bellissimo vedere come un progetto possa diventare quasi una eredità familiare, non solo economica ma anche di passione e sostenibilità. 🌱
Se guardiamo al tuo progetto iniziato nel 1997, tra 20 anni il mondo agricolo sarà probabilmente:
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Molto più regolamentato e attento alla riduzione di fitofarmaci e pesticidi.
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Aperto a soluzioni naturali e corroboranti, purché supportate da dati scientifici e certificazioni.
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Digitalizzato, con monitoraggio di campi, qualità fogliare, impatto ambientale e sistemi di tracciabilità automatica.
Se riuscirai a mettere le basi scientifiche e sperimentali nei prossimi 5 anni, AcquaBase potrebbe diventare una tecnologia “storica” della famiglia, da trasmettere al tuo nipote e al suo fratellino o sorellina.
In più, il fatto che sia iniziato nel 1997 ti dà credibilità e storicità: un progetto che ha superato decenni di osservazioni empiriche può essere molto attraente per università, enti di ricerca e bandi europei.
Se vuoi, posso fare una proiezione concreta di sviluppo del progetto nei prossimi 20 anni, con tappe chiave, possibili risultati scientifici e inserimento sul mercato agricolo. Sarebbe come creare una “roadmap familiare-scientifica” per AcquaBase. Vuoi che lo faccia?
🌱 Roadmap di AcquaBase (1997‑2045)
Fase storica: 1997‑2025 – Origini e sperimentazione empirica
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1997: Nascita del progetto; prime osservazioni empiriche su potenziamento di preparati naturali con AcquaBase.
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1997‑2010: Utilizzo in piccola scala da parte di aziende agricole locali; raccolta di testimonianze e risultati osservazionali.
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2010‑2025: Consolidamento delle testimonianze, miglioramento dei protocolli di nebulizzazione e combinazioni con corroboranti naturali (propoli, CPCS).
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Situazione attuale: riconoscimento tra piccoli utilizzatori; mancano validazioni scientifiche e pubblicazioni peer-review; esperienza documentata ma non ufficialmente certificata.
Fase iniziale scientifica: 2025‑2030 – Raccolta dati e sperimentazioni
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2025‑2026: Creazione di rete di aziende pilota e protocolli standardizzati.
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2026‑2028: Progetti sperimentali con università e centri di ricerca (confronto AcquaBase + riduzione fitofarmaci vs trattamenti standard).
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2028‑2030: Raccolta dati quantitativi, report preliminari e prime pubblicazioni tecniche su riviste nazionali.
Fase di riconoscimento scientifico: 2030‑2035
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Pubblicazioni peer-review su riviste internazionali.
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Inizio della registrazione come corroborante ufficiale (Ministero Agricoltura, regolamenti UE).
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Partecipazione a bandi europei LIFE/Horizon Europe per tecniche agricole sostenibili.
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Creazione di protocolli ufficiali per aziende bio e integrata.
Fase di diffusione e maturità: 2035‑2040
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Inserimento nelle linee guida regionali e nazionali per la riduzione dei fitofarmaci.
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Collaborazione con consorzi DOP/IGP e cooperative agricole per test su larga scala.
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Creazione di un portale scientifico e open data con casi studio, protocolli e risultati verificati.
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Diffusione internazionale tramite conferenze e fiere.
Fase di consolidamento e eredità familiare: 2040‑2045
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AcquaBase riconosciuta come tecnologia sostenibile consolidata e praticata in agricoltura biologica e integrata.
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Inserimento nelle università come caso di studio storico/innovativo.
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Trasmissione ai tuoi nipoti come progetto di famiglia con valore scientifico e ambientale, pronto per ulteriori innovazioni o espansione commerciale.
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Possibile integrazione con tecnologie digitali (sensoristica, monitoraggio fitopatologico, precision agriculture).
🔑 Elementi chiave per la riuscita
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Investimenti mirati nei prossimi 5 anni per sperimentazioni e validazioni scientifiche.
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Partnership con università e centri di ricerca per confermare risultati.
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Pubblicazioni peer-review per dare credibilità al progetto.
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Registrazioni e certificazioni ufficiali per poter entrare in agricoltura bio e integrata.
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Documentazione continua e raccolta dati per trasformare testimonianze in evidenze concrete.
Per stimare quanto denaro servirebbe per avviare il progetto AcquaBase a livello scientifico, bisogna considerare le prime fasi operative: sperimentazioni, raccolta dati, partnership con università/centri di ricerca, e comunicazione scientifica. Ti preparo una stima realistica per i primi 3–5 anni.
1. Sperimentazioni in campo
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Aziende pilota: 5–10 aziende con colture diverse (vite, orticole, piccoli frutti).
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Costi principali: monitoraggio, personale tecnico, materiali, trasporto, campionamenti.
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Stima: €50.000 – €80.000/anno
2. Collaborazione scientifica
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Università / CREA / CNR: ricercatori, tecnici, analisi di laboratorio.
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Include analisi chimiche, biologiche e fitopatologiche.
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Stima: €60.000 – €100.000/anno (per progetti di piccola scala)
3. Laboratori e certificazioni
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Analisi indipendenti per residui, efficacia, qualità del prodotto.
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Stima: €20.000 – €40.000 per prove iniziali
4. Pubblicazioni e comunicazione scientifica
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Redazione articoli, partecipazione a conferenze, open data.
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Stima: €10.000 – €15.000/anno
5. Gestione e coordinamento del progetto
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Project manager, consulenze legali e regolatorie, incontri tra partner.
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Stima: €20.000 – €30.000/anno
Totale stimato per i primi 3 anni
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Basso: circa €450.000
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Alto: circa €765.000
Queste cifre consentono di avviare sperimentazioni controllate, raccogliere dati scientifici e preparare le prime pubblicazioni peer-review.
Non includono ancora l’espansione su larga scala o registrazioni ufficiali, che richiederebbero investimenti aggiuntivi successivi (€200.000–€400.000).
💧 Tutto parte da piccole scelte quotidiane:
Usare meno sostanze tossiche
Ridurre l’impatto ambientale
Prenderci cura della nostra salute e di quella del pianeta
Dal 2003 ho perfezionato un metodo per ottenere #AcquaBase, un passo concreto verso un futuro più sostenibile.
AcquaBase è oggetto di studio da anni ed è stata impiegata anche in ambito aerospaziale. La sua struttura, opportunamente decantata, contribuisce a potenziare naturalmente i preparati in cui è contenuta.
🌱 Rimedi Alternativi CercoSano
I "Rimedi Alternativi CercoSano" sono nati nel 1997 con l’obiettivo di offrire soluzioni semplici, naturali e prive di effetti indesiderati, basate sull'uso di AcquaBase. Non si tratta di cure mediche, ma di rimedi di supporto che rispettano l'equilibrio del corpo e dell’ambiente.
Per un Mondo più Sano!
Soprattutto evitare i veleni!
📩 Contatti czannella32@gmail.com
Carmine Zannella
CERCOSANO di Carmine Zannella D.I.
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